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La nostra storia

Passione per il ciclismo dal 1962

... nella piccola chiesetta di Roncadelle don Bruno Guarnier si appresta a finire l’omelia domenicale quando si ricorda che Pietro Nardin gli aveva chiesto di rivolgere un invito alla popolazione perché partecipasse ad una riunione per fondare una società ciclistica vista la passione che c’era in paese per il ciclismo.
 

Quell’invito è stato accolto da 39 persone che il 6 novembre 1962 in un’osteria di Roncadelle danno vita ad una società ciclistica. Questi sono i soci fondatori. Era una sera d’autunno e il sogno di quei primi dirigenti diventava realtà. Unanime è stato anche l’accordo sul nome da dare alla “neonata” società: Rinascita Roncadelle. Nel passato il comune di Ormelle, per la precisione  ell’immediato dopoguerra, aveva dei buoni corridori quali Decimo Menegaldo, Sari, Fadel e altri. Le loro imprese avevano acceso la passione degli ormellesi spinti anche dagli entusiasmi che stavano scatenando Coppi e Bartali. Ecco che il ciclismo a Ormelle non nasceva ma rinasceva.
 

Ufficializzata la fondazione non restava che trovare una sede, ma in paese c’era della diffidenza. Era un’impresa trovare un locale. Lo sport non era recepito, anzi, veniva visto come un’occasione per portare via i giovani dal lavoro. Altri tempi, altre mentalità che non impedivano, comunque, a “mamma Jolanda” di far violenza a queste diffidenze offrendo a Pietro Nardin e compagnia un locale. Quel locale oggi è il tempio che racchiude cinquant’anni di ciclismo e di trionfi ottenuti su tutte le strade del mondo. Un pezzo della storia ciclistica italiana, a livello dilettantistico, passa per Roncadelle di Ormelle, grazie alla “malattia” di Pietro Nardin e di quell’annuncio di don Bruno Guarnier…

 

Una volta ufficializzata la nascita della Rinascita Roncadelle sorgeva il problema di come operare nel mondo del ciclismo. Non c’erano ragazzi che volessero correre, d’altra parte la freddezza con la quale era stata accolta la nascita di questa nuova famiglia sportiva non poteva sortire subito gli effetti desiderati. Così i dirigenti si presentano all’U.V.I. (Unione Velocipedistica Italiana) di Treviso per chiedere l’organizzazione di una gara. Nel calendario era libera soltanto quella del primo maggio, una data che per gli italiani era sinonimo di festa dei lavoratori. Il coraggio dei dirigenti della Rinascita e la collaborazione tecnica del G.S. Villorba riuscivano a superare anche questo ostacolo. Era il 1963 e fino al 1966 si opera soltanto nel campo organizzativo.
 

Si vuole crescere per gradi. Società che durano lo spazio di un’estate ce ne sono anche troppe. E poi per diventare degli specializzati bisogna passare attraverso l’apprendistato. È una regola fissa in tutti i campi della vita e a Ormelle la conoscono molto bene. Intanto con questo apprendistato si smuovono le diffidenze della popolazione, comincia ad arrivare la voglia di fare sport. Qualcuno comincia a chiedere ai responsabili della Rinascita Roncadelle cosa bisogna fare per diventare dei corridori…

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Le prime gare

Dal 1967 inizia l'epopea della squadra grigio-verde

Siamo nel 1967 e la Rinascita Roncadelle ha cinque anni di vita organizzativa. Ora passa a quella agonistica.
 

Si comincia a correre veramente. L’Italia – agli inizi degli anni sessanta – ha conosciuto un momento di boom economico, ma le risorse finanziarie della società non sono auree, quindi i responsabili della Rinascita riescono in qualche modo a mettere in strada un manipolo di biciclette sulle quali salgono corridori nella maggioranza ancora inesperti. Non è una partenza agonistica disonorevole, anzi. Il barone De Coubertin, l’ideatore dei giochi olimpici dell’era moderna, era solito dire che importante era partecipare, ma per farlo la Rinascita aveva bisogno dei direttori sportivi.


L’allora presidente Valerio Giacomini impone d’autorià a Leandro Freschi di salire sull’ammiraglia grigioverde (questi colori sono stati scelti perché si distinguevano nettamente da quelli delle altre società ciclistiche, ma indirettamente avevano anche un significato preciso: grigio era il momento agonistico,verde era la speranza) della Rinascita Roncadelle. Questa imposizione era dovuta al fatto che Freschi aveva da tre mesi nel cassetto della società la tessera di direttore sportivo. Incomincia il suo lavoro con i vari Siro Salvadori, Danilo Sartor e Giovanni Barattin.

 

Il 20 agosto 1967 a Breda di Piave una maglia grigioverde taglia il traguardo per prima. Era quella dell’alievo Luciano Fadel. Un’altra tappa di storia era stata scritta dalla Rinascita Roncadelle. Se c’era qualcuno che, dopo il primo successo siglato dal grigioverde Luciano Fadel, credeva che tutto fosse diventato più facile, doveva ricredersi molto presto.

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La nostra Hall of fame

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